Nell’ambito specifico lo Studio Tecnico fornisce una consulenza sull’argomento mediante indagini strumentali specifiche rivolte al monitoraggio a breve e medio termine per l’inquinamento da Radon in ambienti di lavoro ed abitazioni private. I risultati sono eventualmente completati con il progetto recante le indicazioni degli interventi per la risoluzione o mitigazione del problema.
Nell’ambito della realizzazione di nuovi edifici (ambienti di lavoro e abitazioni private) e nel caso di interventi su edifici esistenti, l’attività di consulenza professionale è integrata con la progettazione e direzione lavori per la realizzazione e posa in opera dei sistemi idonei alla soluzione del problema di inquinamento da Radon.
Il RADON è un gas inerte radioattivo di recente scoperta (inizio ‘900), inodore ed incolore e che si forma a seguito del decadimento dell’Uranio che si trova in natura (suolo, acqua ed in molti materiali da costruzione). In pratica è possibile che il Radon esali da suolo penetrando nelle abitazioni attraverso microfessure presenti nelle strutture tipicamente, ma non solo, addossate controterra. I prodotti del decadimento possono essere quindi inalati e si fissano nei tessuti polmonari dove risultano essere la causa di neoplasie e tutto e per tutto simili a quelle prodotte dal ‘fumo’. In ambiente esterno normalmente il Radon si disperde rapidamente evitando di raggiungere concentrazioni ritenute pericolose; al contrario in ambienti confinati, chiusi, con poca aerazione, il ridotto ricambio di aria fa si che i valori di concentrazioni assumano dati rilevanti per la salute degli occupanti.
La concentrazione del Radon dipende da molti fattori: il contenuto di radio nel suolo sottostante l’edificio, la permeabilità del suolo, la presenza di faglie e falde acquifere, il clima, le variazioni atmosferiche, il tipo di costruzione, lo stile di vita; tale cosa determina una concentrazione di Radon molto variabile da edificio a edificio anche in siti limitrofi, in funzione del giorno e della notte. Per questo motivo le operazioni di rilievo e misura della concentrazione di Radon devono essere protratte per un periodo significativo onde non incorrere in valori approssimati in eccesso o in difetto (esistono anche tabelle di raccordo a seconda dei periodi dell’anno in cui viene fatta la rilevazione).
Il problema del Radon non è nuovo , ma conosciuto da secoli, tuttavia solo con l’entrata in vigore del Dlgs 241 è stato introdotto un sistema normativo per regolamentare l’esposizione occupazionale alla radioattività naturale, Radon compreso. L’applicazione delle disposizioni richiederà grossi sforzi iniziali ma porterà ad un miglioramento della qualità di vita negli ambienti di lavoro. Al contrario NON esiste una normativa specifica per quanto riguarda le abitazioni private e gli ambienti non-lavorativi in genere.
La Comunita' Europea, con la Raccomandazione n. 143 del 21 febbraio 1990 ha stabilito criteri per la protezione del pubblico contro l'esposizione indoor al Radon. La direttiva CEE 106/89 si può inoltre considerare una norma quadro per la regolamentazione dell'impiego dei materiali edilizi permanentemente incorporati in opere di costruzione. In ambito Nazionale l'ENEA e l'Istituto Superiore di Sanità ha svolto una serie di ricerche in molte zone d'Italia evidenziando una presenza di Radon molto variabile tra i 100 e 400 Bq/m3 (Bequerel al metro cubo) con punte di 1000 ed oltre Bq/m3 contro una media nazionale di circa 77 Bq/m3; valore relativamente elevato rispetto alla media mondiale valutata intorno a 40 Bq/m3 e a quella europea di circa 59 Bq/m3. Nella varie regioni esiste una situazione molto diversificata con concentrazioni medie regionali che vanno da poche decine di Bq/m3 fino ad oltre 100 Bq/m3 e singole abitazioni che arrivano fino a migliaia di Bq/m3. La concentrazione di radon dipende da molti fattori: dalla presenza di uranio e radio nel suolo e nei materiali da costruzione, dalla permeabilità del suolo e dalle abitudini di vita. Anche in aree dove generalmente si riscontrano basse concentrazioni esiste la possibilità che in alcuni edifici vi sia una presenza elevata di radon (Fonte Apat).
Considerato che una dose di 50 Bq/m3 corrisponde ad una dose di radiazioni circa tre volte maggiore a quella che mediamente si riceve nel corso della propria vita per lo svolgimento di indagini mediche, si può ben comprendere come tale prodotto di decadimento costituisca un vero pericolo per l'uomo.
Il radon nei materiali da costruzione normalmente rappresenta una fonte di secondaria importanza rispetto al suolo per quanto riguarda il ‘contributo alla dose’ di Radon. Tuttavia recenti indagini hanno evidenziato che l’utilizzo di prodotti naturali per le costruzioni possono costituire la principale sorgente di esposizione. In Europa tali studi partirono già negli anni ’50 mentre in Italia se ne ha notizia attorno agli anni ’80 quando, nella zona di Orvieto, vennero accertate elevate concentrazioni di Radon in edifici costruiti con tufo.
La misura del Radon avviene con tecniche e strumenti atti alla misurazione e concentrazione del Radon e dei suoi prodotti di decadimento. Nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni per stimare l’esposizione media degli occupanti è necessario procedere ad una misura in tempi lunghi in modo da annullare il possibile effetto di fluttuazioni nell’arco della giornata.
Le strategie per la protezione dal Radon si articolano in fasi ben precise:
- determinazione della situazione iniziale
- pianificare e progettare l’intervento
- attenuare gli interventi applicando misure di isolamento e di ventilazione
- controllare l’efficacia delle misure attuate
Negli interventi preventivi (di largo e sicuro successo) prevalentemente ci si rivolge ad impedire l’ingresso del gas nell’abitazione. In linea di massima le tecniche di mitigazione sono organizzate sulla base di 3 principi:
impedire la penetrazione o deviando il flusso di gas;
- eliminare o ridurre il gas interno attraverso una maggiore ventilazione/miscelazione con aria esterna;
- eliminare/ridurre il gas dall’aria interna attraverso un’azione diretta sulla presente nell’edificio.